Gli adolescenti e le droghe

Gli adolescenti e le droghe: l’importanza del sostegno psicologico
a cura dela Dott.ssa Zoe Aurora Marcelli

L’adolescenza rappresenta un periodo particolarmente critico e difficile nel lungo cammino della crescita che ogni individuo, dalla fine della fanciullezza fino alla soglia dell’età adulta, dovrà avere il coraggio d’affrontare. Tutto ciò non è affatto semplice, se consideriamo i tanti cambiamenti, sia a livello fisico sia a livello emotivo, che investono i ragazzi in questo periodo della loro vita.

L’adolescenza è una fase ricca di eventi unici, sconvolgenti e nuovi, che si fa comunemente coincidere  con il periodo che va dai 13-14 anni (fine della pubertà) fino ai 18 anni, con il passaggio all’età adulta; un vero e proprio processo evolutivo in cui ogni ragazzo è chiamato a superare una serie di eventi critici, momenti che spesso finiscono con l’essere fonte di grande stress e disagio verso se stessi e/o nei confronti del mondo esterno e di chi ne fa parte. L’adolescenza è un periodo fatto di problematicità e smarrimenti personali, alla ricerca costante e non sempre felice della propria identità personale. I ragazzi di questa età sono spesso caratterizzati da un senso di smarrimento, di vuoto esistenziale, da noia, da inquietudini e da ansie cui non sanno mettere freno. La paura di non essere all’altezza dei compiti che la famiglia, la scuola e più in generale e la società richiedono loro, la scarsa fiducia nelle proprie competenze personali, la mancanza di autostima e la sensazione di essere incompresi dai genitori, i mutamenti così imprevedibili del loro corpo e le varie sensazioni emotive che li investono giorno dopo giorno, li portano sovente ad isolarsi e chiudersi in se stessi, sfuggendo così non solo al controllo ma soprattutto al sostegno che gli adulti potrebbero dare loro in questa delicata fase della loro vita.

Ed è appunto per tacere a quel vuoto interiore e all’inquietudine che provano, che gli adolescenti possono ricorrere a comportamenti devianti, come appunto l’uso di sostanze psicoattive e l’abuso di alcool, condotte che se non adeguatamente comprese, possono sfociare anche nella psicopatologia.  Ma perché gli adolescenti ricorrono alle droghe? Banalmente lo fanno per sentirsi meglio con se stessi, per sedare le loro ansie e le loro preoccupazioni, oppure per sentirsi forti e onnipotenti, in grado di superare qualsiasi problema; possono farlo per cercare di rifugiarsi in un mondo artificiale e parallelo dove non si sentono giudicati né sotto pressione rispetto alle richieste ambientali e rispetto ai cambiamenti cui il loro corpo sta andando incontro senza che loro possano far nulla; la droga è un anestetico al dolore, al rifiuto amoroso, al fallimento scolastico, alle incomprensioni in famiglia, un gioco pericoloso ma affascinante che spesso i ragazzi vivono proprio nella dimensione gruppale, condividendolo assieme, come se davvero la droga potesse rappresentare la soluzione ad ogni loro paura e preoccupazione.  Purtroppo non è così.

Le droghe, infatti, sono delle sostanze chimiche di origine vegetale o prodotte artificialmente e che hanno gravi effetti fisici e psicologici e, più prepotentemente, provocano disturbi ed espongono a seri rischi. Esistono diversi tipi di droghe, ognuna con le sue caratteristiche e con i suoi effetti. In generale, comunque, tutte le droghe agiscono sul sistema nervoso centrale, in particolar modo sul cervello, alterando il circuito dei nostri neurotrasmettitori, ovvero, il sistema di comunicazione tra le varie cellule nervose, di cui è formato appunto il cervello umano. Alcuni tra i più noti neurotrasmettitori, come la serotonina e la dopamina, della famiglia delle monoamine, hanno importanti effetti sull’umore e sullo stato psichico dell’individuo. Perciò le droghe, modificando a lungo termine la mediazione chimica a livello cerebrale, alterano la personalità, gli atteggiamenti e il comportamento di chi le assume, oltre che provocare dipendenza sul corpo e sulla mente, costringendo chi ne fa uso ad assumere dosi sempre più elevate e ravvicinate della sostanza per poter determinare quegli effetti desiderati di benessere personale (anche se artificioso), l’alterazione dello stato mentale, la perdita del sonno e della fame (in alcuni casi) e narcosi al dolore.

Fare uso massiccio di alcool o di marijuana nei giovani, a lungo termine, può essere fonte di problemi e rovinare pesantemente la loro qualità di vita. Per la semplice presenza in corpo della sostanza si possono avere effetti tossici, se non vere e proprie intossicazioni; se si fa uso di queste sostanze psicotrope per un certo periodo di tempo, possiamo assistere alla sindrome da astinenza,caratterizzata da malessere e sintomi prettamente fisici ma anche psicologici. Se le sostanze, oltre a ciò, provocano gravi problemi psicologici e disadattamento individuale e sociale, allora, potremmo parlare di abuso, fino ad arrivare alla cosiddetta dipendenza, situazione in cui il soggetto perde completamente il controllo sulla droga e sul suo consumo, per cui è costretto ad assumerla. Tra i tanti, vari rischi provocati dalla dipendenza possiamo ricordare incidenti, infezioni, suicidio, il coinvolgimento in attività criminali nonché la morte, provocata proprio dall’assunzione della sostanza.

Detto ciò, è fondamentale offrire ai ragazzi sostegno emotivo, empatia e accoglienza, in maniera non giudicante, da parte in primis dei genitori e, secondariamente, da parte di insegnanti e adulti che fanno parte della loro vita. E’ importante per i ragazzi sentirsi accolti, non giudicati, creando uno spazio di ascolto e di accoglienza nel quale loro possano sentirsi liberi di parlare e confidarsi, per offrire loro sostegno e restituire quel senso di fiducia nelle competenze personali.

Se necessario, può essere utile ricorrere a programmi di sostegno e di prevenzione psicologica da parte di figure professionali, quali psicologi, che possono fungere da ottimi mediatori tra il senso di insicurezza e incomprensione degli adolescenti e il loro estremo bisogno, spesso non manifesto, di aiuto e di ascolto. Programmi di questo tipo sovente sono organizzati in campagne di prevenzione scolastica, volte appunto alla sensibilizzazione e all’informazione su tematiche così importanti nell’ambito del disagio giovanile.

E’ il senso di disagio emotivo e sociale che può condurre i ragazzi, proprio perché particolarmente fragili in questo periodo, ad accostarsi alle sostanze stupefacenti, per cercare, seppur in maniera illusoria, di stare meglio, dimenticare il proprio disagio e tentare così di anestetizzare il proprio dolore e la vulnerabilità interiore. Non è vero che nella droga cadono solo persone psicologicamente disturbate. Tuttavia, essere una persona equilibrata, in grado di affrontare lo stress, sicura di sé, con delle buone strategie di coping, con alte capacità di autocontrollo e stabilità emotiva, costituisce senza dubbio un fattore protettivo non indifferente. Gli adolescenti, per loro natura, spesso non hanno queste caratteristiche e sono perciò facili “vittime.” Nelle campagne di prevenzione oggi, soprattutto noi psicologi, quali operatori della salute mentale, tendiamo non tanto a fare appello alla paura e a facili allarmismi, mostrando solo i rischi delle droghe, come accadeva in passato, bensì, ci preoccupiamo anche di rafforzare la personalità adolescenziale. Promuovere il benessere psicologico dei giovani, puntando sul senso di autoefficacia personale e sulle competenze individuali, oltre che sulla propria autostima, sembra essere uno dei mezzi più efficaci per tenere lontana la droga.

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