Problemi d’assertività

Ho 16 anni e ho un problema… sono troppo buona con tutti e subito quando conosco una persona mi affeziono e poi alla fine se succede qualcosa ci rimango male… vorrei essere un pò più forte… alcune volte vorrei dire quello che penso ma mi trattengo da sola… e non lo so perchè… quelle ragazze che si credono chi sa chì… qualche volta se la prendono subito con me e mi prendono in giro… e a me non mi va per niente bene… quando le ragazze scherzano ci sto anche io però qualche volta ci rimango male… le amiche di classe mi dicono che rispondo un pò arrogante ma io ho detto molte volte che questo e il mio modo di esprimermi… ma loro non mi vogliono capire… vorrei migliorare il mio comportamento… essere più libera e credere in me stessa… e saper dare le risposte subito… ora cerco di cambiare un pò e vedo che ci sto riuscendo però mi serve un tuo consiglio… e sarò più sicura di me stessa e in generale. ti ringrazio molto, arrivederci!

dr.campidoriRisponde il Dr. Jacopo Campidori

Salve, vorrei poterle dare un ricetta che le permetta di risolvere i suoi problemi, che le permetta di trovare più sicurezza in se stessa, e che le permetta di essere più forte, ma penso sia impossibile farlo tramite una mail. Non perchè il suo sia un problema impossibile da risolvere, ma perchè questo genere di problemi richiede un lavoro sulla persona che è impossibile fare limitandosi a qualche cosniglio scritto, dal momento che, essendo ognuno di noi una persona unica, diversa l’una dall’altra, per aiutarla è necessario scoprire e capire le cause che la rendono insicura di te stessa e così sensibile alle critiche. Per affrontare direttamente i suoi problemi, le sue paure, i suoi bisogni, è quindi assolutamente necessario un percorso faccia a faccia con uno psicologo, non tramite una lettera, ma di persona, un percorso di crescita che può impiegare un po’ di tempo, ma che può portare a risultati preziosi per il suo benessere.

Tra i disagi che mi descrive, si può notare un problema con l’assertività, cioè con la capacità di esprimere le proprie idee, bisogni, emozioni, senza aggredire l’altro nè essere aggredita.
Da quello che mi dice, è come se in determinati momenti si trovasse incapace di esprimere i suoi pensieri, e pertanto le uniche alternative che riesce a trovare diventano:

  • Da una parte il silenzio, la mancata comunicazione di ciò che prova con il risultato di dover affrontare forti delusioni se le cose non vanno come avrebbe voluto (“alla fine se succede qualcosa ci rimango male”). Ma come possono le cose andare come desiderava se non le esprime a nessuno? In fondo gli altri non sono idovini.
  • Dall’altra parte, utilizzando il comportamento opposto, dicendo le cose che pensa in maniera aggressiva (“ma io ho detto molte volte che questo è il mio modo di esprimermi”), ottenendo risultati tutt’altro che positivi.

Ma queste non sono le uniche vie praticabili, in quanto tra il non esprimere le proprie emozioni e il diventare arrogante esiste tutta una serie di comportamenti intermedi.
Ma come può fare se “nessuno” gliel’ha insegnato? Le alternative sono varie, e potrebbe essere prezioso l’aiuto di una persona qualificata che la osservi dall’esterno in modo da aiutarla ad identificare alcuni “errori” che fa (nel modo di rapportarsi agli altri) che al momento sono per lei sono invisibili, che al momento non è in grado di cogliere, in modo da poterli comprendere e correggere.

Dal momento che mi chiede un consiglio pratico, potrei suggerirle due strade, che può anche percorrere contemporaneamente: la prima strada potrebbe essere l’intraprendere delle attività che le permettano di sciogliersi di fronte agli altri, come ad esempio l’iscrizione ad un corso di improvvisazione teatrale, che le permetta di affrontare e superare la paura che deriva dall’esporsi ad un pubblico, innescando in questo modo un circolo virtuoso volto a trovare quella sicurezza che le manca. Questa via però può essere molto complicata, dal momento che per molte persone la sola idea di dover recitare di fronte ad altri è una fonte di stress non indifferente, anche maggiore, che invece di risolvere il problema lo alimenta e lo aggrava.

L’altra alternativa riguarda la possibilità di rivolgersi ad uno psicologo per poter essere aiutata a risolvere i suoi problemi in questo ambito. Lo psicologo sarebbe importante perchè rappresenta una figura professionale in grado di aiutarla a fare luce sui suoi problemi in un ambiente protetto (lo studio) in cui sarete solo voi due, senza l’imbarazzo di doversi esporre di fronte ad un pubblico.

Non mi fraintenda, con questo non voglio equiparare un’attività teatrale ad uno psicologo, come ho gia detto le due vie potrebbero essere percorse assieme. Anche perchè ricorrere solamente ad attività teatrali non permetterebbe di risolvere il problema alla radice, comprendendo le ragioni che non le permettono di essere libera di esprimersi.

Ripeto, oltre a questo non posso fare molto tramite mail. Se ha ancora bisogno mi scriva pure, e non si faccia problemi a contattarmi nel caso decidesse di intraprendere un percorso psicologico per risolvere i suoi problemi, o anche solamente per fare più luce su alcuni aspetti della sua personalità che fatica a comprendere e risolvere.

Nella speranza di esserle stato d’aiuto,
Porgo cordiali saluti,
Dott. Jacopo Campidori, Psicologo.


Jacopo Campidori, Psicologo e Psicoterapeuta di orientamento Cognitivo-Costruttivista. E’ nato nel 1978 a Firenze, dove attualmente vive e lavora. Direttore della rivista on-line di Psicologia “GliPsicologi.info“. Pratica la libera professione (terapia individuale con adulti, adolescenti e di coppia) presso il suo studio a Firenze.
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Email: jacopo.campidori@glipsicologi.info

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