La paura fa novanta, o anche meno

Un recente studio della Cornell University ha mostrato come stimoli ritenuti paurosi vengano stimati più vicini di quanto in effetti siano.

Nello studio alcuni volontari venivano messi in una stanza con un grosso ragno. E’ stato visto che i soggetti che lo temevano, valutavano la distanza in maniera diversa da chi non ne aveva paura: chi ne era spaventato era convinto che il ragno fosse molto più vicino rispetto a chi non ne aveva affatto paura.

Gli stessi risultati sono stati trovati quando i soggetti venivano messi in una stanza con un individuo ritenuto pericoloso: i volontari che venivano informati della pericolosità dell’individuo consideravano il pericolo molto più prossimo rispetto a chi non era stato informato della potenziale pericolosità dell’individuo.

I ricercatori spiegano il fenomeno come un meccanismo di autodifesa: quando un animale ha paura, il suo intero organismo si mette all’erta, pronto a reagire, fuggendo o attaccando. Considerare il pericolo più vicino di quanto effettivamente sia permetterebbe all’animale di attivarsi e reagire con maggiore efficenza.

Dunque, di fronte ad un pericolo, prendetevela pure comoda, se siete fortunati non dovreste riportare alcuna conseguenza… se siete fortunati.

  • Shana Cole, Emily Balcetis, David Dunning: Affective Signals of Threat Increase Perceived Proximity (Psychological Science February 1, 2013 22: 33-37)

 

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