Disturbi alimentari

Il mio problema è mangiare, mangiare e ancora mangiare, solo che la cosa strana è che così soffoco dolori, rabbia e sentimenti nel cibo… In più, appena mi rendo conto di quanto ingurgito, vorrei avere il coraggio di andare a rimettere… Sono malata di un qualche disturbo dell’alimentazione???

Risponde il Dr. Jacopo Campidori

Cara lettrice, è impossibile rispondere ad una domanda così precisa in maniera altrettanto precisa. Lei mi chiede se è malata di qualche disturbo dell’alimentazione, ma con così pochi dati a disposizione non sono proprio nella condizione di poterle rispondere. Ciò che posso dirle con certezza, è che quello che scrive mi fa suonare più di un campanello di allarme e con molta probabilità, mi viene da aggiungere, un qualche disturbo nell’alimentazione c’è.

Sostiene che il suo problema è “mangiare, mangiare e ancora mangiare”, e già questo, oltre a non essere sano, non è affatto un comportamento normale, tanto più che (come lei stessa conferma) comportamenti del genere sono solitamente un rimedio per soffocare dolori, rabbia e sentimenti.

La domanda che mi sorge spontanea è: come sono questi dolori che tenta in ogni modo di soffocare? Perché questo senso di rabbia che la spinge a mangiare senza freni? Quali sono questi sentimenti che non vuole ascoltare?

Sono ovviamente domande retoriche, a cui non pretendo che lei dia una risposta su due piedi, dal momento che non penso che sarebbe in grado di farlo da sola, senza l’aiuto di una persona che possa guidarla a scoprire queste zone d’ombra, zone ansiogene e paurose che tenta, in tutti i modi, di nascondere.

Ma sono domande che pretendono una risposta, domande che gridano, urlano, scalciano per farsi sentire, e che non possono essere soffocate con un po’ di cibo. Domande che fremono per salire in superficie, sentimenti che strillano per farsi ascoltare, dolori e rabbie che pretendono di parlarle a quattr’occhi, e che non può non ascoltare per sempre.

Purtroppo con questa breve risposta non posso assolutamente aiutarla, ma posso solo tentare di metterla in guardia: se ciò che sta attraversando non rappresenta ancora un vero e proprio disturbo alimentare, i requisiti perché lo diventi ci sono tutti. In parole povere lei è realmente a rischio: in questo momento si trova in bilico tra due dimensioni, ad un bivio tra due strade che può decidere di imboccare: può non fare niente, col rischio di cadere in un disturbo alimentare vero e proprio (bulimia nervosa), oppure decidere di fare qualcosa, rivolgendosi ad uno psicoterapeuta che possa aiutarla ad ascoltare i sentimenti che la spaventano così tanto, così che non debba essere più costretta a mangiare, mangiare e mangiare, con l’unica conseguenza di ritrovarsi schiacciata dai sensi di colpa e pressata dal desiderio impellente di rigurgitare.

Mi dia retta, non abbia paura a chiedere aiuto, il fatto di rendersi conto che qualcosa nella sua condotta non quadra, è già un passo avanti nella via della guarigione.

Nella speranza di esserle stato d’aiuto, rimango disponibile per qualsiasi ulteriore domanda.
Dr. Jacopo Campidori

 


dr.campidoriJacopo Campidori, Psicologo e Psicoterapeuta di orientamento Cognitivo-Costruttivista. E’ nato nel 1978 a Firenze, dove attualmente vive e lavora. Direttore della rivista on-line di Psicologia “GliPsicologi.info“. Pratica la libera professione (terapia individuale con adulti, adolescenti e di coppia) presso il suo studio a Firenze.

Per appuntamenti o informazioni:
Studio: Firenze, via Cavour 64.
Tel.: 333 – 68 46 701
E-mail: jacopo.campidori@glipsicologi.info

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Una risposta

  1. meri ha detto:

    mi capita le stessa cosa identica !!!!!!!!!!!!!!

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