Mio figlio è speciale

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Dr.ssa Di tullioMio figlio è speciale
A cura della dott.ssa Francesca Di Tullio

“ Se una società vuole veramente proteggere i suoi bambini deve cominciare con l’occuparsi dei genitori”.
(J.Bowlby).

Questa frase, molto d’effetto, è il preludio di ciò che sarà poi il futuro del bambino.

Per ogni genitore che si rispetti, il proprio figlio è speciale. Anche nelle più piccole imperfezioni si dimostra perfetto. Quale genitore, nel momento di debolezza di un figlio, non corre ai ripari?

Si dice, ad esempio, che una volta i genitori andavano di comune accordo con gli insegnanti, mentre oggi è il contrario: è l’insegnate a non saper fare il proprio lavoro. Alle volte può essere vero ma diciamo che ogni tanto si abusa nell’essere protettivi.

Ovviamente non bisogna generalizzare ma spesso accade.

I genitori al giorno d’oggi appaiono stressati. L’essere genitori è un mestiere secolare eppure oggi appare “faticoso e difficile” più che nel passato. Star dietro ai figli, tra lavoro ed i loro mille impegni è impegnativo e, diciamo la verità, alle volte anche fastidioso!

Questa fatica e questa difficoltà si ripercuote negativamente sui figli. Secondo la teoria dell’attaccamento, la madre è un contenitore. L’holding, il sostenere, è naturalmente di appartenenza della madre. Gestisce le ansie, le paure del proprio figlio, ma anche le gioie. Mi vengono in mente le immagini di mamme con più figli magari di età diverse che si trovano a dover fronteggiare crisi di pianto da distacco, problemi adolescenziali e ovviamente le proprie ansie, quelle di madre.

Per qualsiasi madre è naturale, ma per alcune risulta difficile. Madri stressate, non pronte, generano nei figli ansia da separazione, fobie, insicurezze. Ecco, la madre contiene il bambino ma a sua volta lei da chi viene contenuta?

E le madri di quei bambini un po’ più speciali, bambini con sindromi, disturbi o semplicemente bambini mal contenuti? Già è difficile essere un genitore, figuriamoci quando si ha a che fare con qualcosa più grande di noi stessi.

Si vedono genitori iperprotettivi che alle volte si sostituiscono ai figli pur di non far trasparire la loro diversità. Altre volte invece abbiamo l’opposto: genitori che si sono rassegnati al destino di quel figlio speciale e non lottano più.

Una diagnosi avuta alla nascita porta delle conseguenze che incidono sulla genitorialità e sulla coppia, quasi tutte conseguenze su base difensiva .

Ciò è la prima causa destabilizzante per il bambino, crea in lui caos. Sentimenti di colpa, frustrazione, vergogna pervadono le madri di questi bambini.

Come afferma Liotti, “ciò fa si che il bambino venga cresciuto come ogni neonato, ma al contempo l’angoscia presente tra lui e la madre farà si che il bambino sia visto come vittima, persecutore ed infine consolazione”.

Il bambino si rispecchia nella madre e vedere un volto angosciato genera sentimenti contrastanti.

Anche genitori di bambini con minore patologia o con disturbi, pensiamo ad un BES (bisogni educativi speciali), DSA (disturbi specifici di apprendimento), incorrono in questo rischio nel momento della scoperta del disturbo, e potrebbero contribuire a creare disordini e ansie nel bambino.

Durante un iter diagnostico il bambino si sente “spaesato”, messo al centro di una attenzione particolare tanto più del genitore che deve accettare la realtà. A questo riguardo, basilare è un counseling genitoriale che segua i genitori, lo metta al corrente e contenga le sua ansie, dubbi e paure in modo che sia sereno e trasmetta questa sua serenità ai figli.

Il ruolo di madre e padre non è facile, ma nessuno meglio di un genitore sa chi sia suo figlio.

Bibliografia
Bowlby, Una base sicura, 1988, affaello Cortina. Milano
Liotti G. , le opere della coscienza. Psicopatologia e psicoterapia nella prospettiva evoluzionistica, 2001, Raffaello C ortina , Milano,
Sorrentino A,M., Figli disabili, 2006, Raffaello Cortina, Milano
Winnicott D. , Sviluppo affettivo e ambiente, 2002, Armando Editore

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